Dal libro al teatro, una storia vera che da saggio-inchiesta-intervista è andata in scena per raccontare di una Napoli feroce e pura, fatta di camorra e di speranza, di perdizione e riscatto. Ha convinto tutti nello scorso fine settimana il debutto nazionale a Salerno di “Gesù è più forte della camorra” di Andrea Manzi, drammaturgia e regia di Pasquale De Cristofaro, produzione Campania Danza. Presso la Sala Pasolini si è visto finalmente un vero teatro di parola, che – lontano dai buonismi di maniera dei tanti don Matteo televisivi – ha saputo raccontare l’impegno di un prete di frontiera, don Aniello Manganiello. Il sacerdote dell’opera don Guanella è stato parroco per oltre tre lustri tra le vele di Scampia, vivendo tra la gente, immergendosi anima e corpo in una realtà difficile che non poteva essere osservata con distacco. Giovani leve della camorra finite in carcere, hanno trovato in don Aniello la possibilità di ricominciare una nuova vita e hanno cominciato a darsi da fare per dare una mano al quartiere, ai loro coetanei.

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